Qualcuno nel campo della moda diceva che nell’estetica è importante essere attenti alle estremità: alle unghie, a mani e piedi, ai capelli. Le estremità sono l’ultima parte di noi e la prima parte verso l’altro e il mondo; il bigliettino da visita insomma. Ecco, il logo è l’estremità di un brand. È la sua immagine di riconoscimento, lo rappresenta, presenta e racconta. Creare un logo efficace significa fare in modo che sia in grado, al primo sguardo, di sintetizzare la storia, lo stile e la professionalità di un’azienda o la qualità di un prodotto. Se non ha carattere e non si fa notare, anche il brand risulterà scontato e invisibile.
Creare un logo non è tecnicamente difficile; ma pensare il logo giusto lo è eccome. Ecco cinque consigli per ideare un logo efficace, unico e riconoscibile.
Il logo di un brand deve essere riconoscibile e deve colpire immediatamente. Senza troppa confusione deve essere in grado di raccontare tutto, o tanto. Come? Pochi elementi ma giusti e al posto giusto. Il carattere di poche lettere o di una sigla può, a seconda dello stile e del font scelto, dare il senso di serietà, sobrietà, antichità, leggerezza o tanto altro ancora. I colori possono essere eleganti o sbarazzini, seriosi o naturali.
Bisogna evitare elementi superflui e immagini complessivamente molto confuse, come disegni, foto, grafiche articolate o decorazioni, da inserire solo se hanno davvero un senso e un significato simbolico. Anche sui colori è bene non creare tinture e miscele confuse che rischiano di sbavare, confondere, perdersi. Il risultato deve essere immediato e impattante, indimenticabile.
Proprio perché il logo rappresenta un brand, un’azienda o una professionalità, la grafica e tutti gli elementi vanno scelti con cura e coerenza. Il logo di uno studio clinico, per esempio, non può essere troppo bizzarro; meglio scegliere uno stile sobrio e pulito. Al contrario quello di un parco giochi non può essere noioso, perché perderebbe immediatamente fascino per il target di pubblico a cui si rivolge. Una marca di cibo vegano avrà colori che ricordano quelli della natura e non fosforescenti o sgargianti. Se è vero che il logo deve essere contestualizzato all’immagine che si vuole dare e all’attività del brand, è anche vero che non si può creare un logo scontato o banale e neanche troppo esplicito. Il logo di una marca di spazzolini non può essere uno spazzolino. Il logo di una ditta di materassi non può essere un letto. Quindi si lavora sui concetti chiave, sui benefici e le caratteristiche del prodotto, che possono essere pulizia e freschezza nel primo caso, riposo, comodità e benessere nel secondo.
Creare un logo è una delle primissime cose da pensare nel momento in cui parte una nuova attività, e a volte è molto difficile prevedere a cosa realmente servirà e dove andrà a finire. Chiaramente, se si studia il logo di un vino è necessario prevedere che la resa sia ottimale sulle etichette delle bottiglie, sui cataloghi e sul web per il sito aziendale. Ma sarebbe bene pensare a un logo il più possibile versatile, ben leggibile, ad esempio, nelle stampe in bianco e nero, sui biglietti da visita, nelle vele alte per le fiere, sulle spilline da regalare come gadget. Quindi attenzione agli elementi molto molto piccoli che potrebbero perdersi, o a quelli molto grandi che possono risultare dispersivi. Attenzione ai loghi con le sfumature di colore, che nella stampa su superfici diverse dalla carta possono scolorire o sbavare o confondersi. Più un logo è adattabile e versatile, più facile sarà riadattare il suo utilizzo nel tempo e nelle diverse situazioni.
La bottiglia di un nostro cliente, Sorgo Palace, con il logo ben visibile e riconoscibile sull’etichetta.
Per essere efficace, un logo, nel suo piccolo, deve essere in grado di rivelare l’immenso. Sembra impossibile, ma una semplice grafica può raccontare tantissimo della storia e dei principi che stanno dietro a un brand, a un’azienda o a un professionista. Basta poco: una freccia al posto giusto per parlare di velocità; un albero con radici profonde per parlare di tradizioni e così via. Chiunque progetti un logo, infatti, deve avere molto chiari i valori da rappresentare, gli obiettivi e la storia che ha portato alla fase presente. Sarà impercettibile, ma in un’immagine fatta bene sarà valorizzato tutto il dietro le quinte, l’operatività e la mente pensante. Un esempio che ricorre molto sul web perché particolarmente azzeccato e opportuno? Il logo di Amazon: semplice, lineare, con la freccia che va dalla A alla Z, perché su Amazon si può acquistare tutto (dalla A alla Z) in tempi brevi (la freccia). E il dado è tratto.
Se il logo è davvero il primo sguardo dal/sul mondo, allora più di ogni altra cosa deve avere una caratteristica: deve saper farsi notare e farsi ricordare. Il logo di un brand si deve distinguere dai concorrenti, deve essere accattivante e attraente, deve dare fiducia e affiliare. Non può essere un già visto, una scopiazzatura. Questo potrebbe danneggiare fortemente l’immagine del brand, invece di valorizzarla, perché risulterebbe privo di personalità e originalità. C’è una caratteristica che ha il grande pregio di farsi riconoscere, ed è la forma o il contorno. Da lì si parte: dalla forma, acuta e puntuale, precisa e rigorosa, a cui in un secondo momento vengono abbinati i giusti colori, font, grafica coordinata, packaging se previsto. Tutto per rendere un logo unico.
Un logo deve racchiudere tutto questo. No, non è difficile realizzarlo tecnicamente e ormai ci sono milioni di app e programmi che accompagnano passo passo nella creazione; ma è il processo di ideazione che rende un logo davvero efficace e vincente. Allora forse vale la pena affidarsi a un professionista, capace di rendere al volo una idea, una storia, un sogno.